Dieta chetogenica e microbiota intestinale

Gli effetti positivi della dieta chetogenica sono stati analizzati in altri articoli già presenti sul blog, parlando ad esempio del suo effetto benefico nel trattamento del diabete, dove oltre a condurre verso un più efficiente controllo glicemico, aiuta a migliorare il profilo lipidico, determinando una diminuzione dei trigliceridi ed un aumento del colesterolo HDL.

Ad ogni modo una delle applicazioni di maggiore importanza della dieta chetogenica è nel trattamento dei soggetti affetti da una particolare sindrome, caratterizzata dalla mancanza del trasportatore glucidico GLUT1. In questi soggetti la dieta chetogenica può essere mantenuta anche per tutta la vita. Sorge pertanto spontanea la domanda di quale possa essere l’effetto di una simile dieta sulla composizione del microbiota intestinale.

Sappiamo infatti che il cibo è il maggior determinante per il microbiota, e risulta importante anche la ripartizione dei macronutrienti, nonchè chiaramente l’origine dei cibi utilizzati. In letteratura non esiste molto materiale al momento su questa particolare tematica, tuttavia uno studio pubblicato nel 2016, ha indagato gli effetti nel breve termine di una classica dieta chetogenica sul microbiota intestinale di pazienti affetti proprio da deficienza di GLUT1.

Rifacendosi ad osservazioni condotte su modelli animali si può dire che una dieta ad elevato contenuto di grassi e bassa in carboidrati, porta ad una diminuzione dei Bacteroidetes e un aumento nei Firmicutes e Proteobacteria. Inoltre u una ulteriore considerazione si può fare rifacendosi all’origine dei cibi consumati. Sembra infatti che una dieta ricca in cibi animali porti ad una abbondanza di microrganismi che tollerano la bile (Alistipes, Bilophila, Bacteroides) e una diminuzione dei Firmicutes, che invece fermentano i polisaccaridi producendo butirrato (Roseburia, Eubacteria rectale, Ruminococcus bromii).

Esistono pertanto delle evidenze che una dieta ad elevato contenuto di grassi e basso apporto di carboidrati porta ad alterazioni negative del microbiota intestinale, con ricadute ovviamente sulla salute dell’intero intestino.

Nello studio prima citato sono stati arruolati 6 partecipanti affetti da deficienza di GLUT1 che non soffrivano di problemi gastrointestinali e non facevano uso di antibiotici o di supplementi prebiotici/probiotici durante il mese antecedente il periodo di osservazione, che è durato 3 mesi in totale. Ciascun partecipante ha ricevuto la sua dieta chetogenica stilata partendo dalle preferenze personali, ma facendo comunque in modo che ogni piano alimentare apportasse un minimo di 0,8-1 grammo di proteine per kg di peso corporeo, derivanti da fonti animali. Ciascun partecipante è stato istruito in modo da seguire la dieta inizialmente con un rapporto chetogenico di 1:1 per poi procedere gradualmente fino ad un rapportao di 4:1 (il rapporto chetogenico si calcola dividendo i grammi di grassi per la somma dei grammi totali di proteine e carboidrati), al fine di garantire un livello ematico di beta idrossi butirrato maggiore o uguale 2 mM/L. In funzione al sesso e all’età ogni soggetto arruolato ha ricevuto un supplemento multivitamico e minerale, ovviamente provo di zuccheri.

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Tutti i soggetti arruolati hanno completato il periodo di studio portando termine l’esperimento. Un campione di feci da ciascun soggetto è stato prelevato all’inizio e dopo 90 giorni, in modo da osservare gli effetti prodotti dalla dieta chetogenica sul microbiota intestinale. I risultati sono rappresentati nella figura seguente.

 

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Dall’immagine si nota come dopo 90 giorni di dieta chetogenica non si siano prodotte differenze significative, nei 6 partecipanti, nel quantitativo totale di Bacteroidetes e Firmicutes, mentre invece si osserva una differenza significatica nel quantitativo di Desulfovibrio spp., che risulta aumentato rispetto all’inizio. Questo aumento può essere spiegato dal fatto che sia incrementata la disponibilità di composti organici dello zolfo, utilizzati dai microrganismi che appunto riducono tali molecole. E difatti Desulfovibrio spp. è un microrganismo solfito-riduttore. L’aumentata disponibilita di composti organici dello zolfo è indotta dai grassi del latte, che agiscono coniugando la taurina presente negli acidi biliari prodotti dal fegato. I ricercatori ammettono infatti che nei pazienti arruolati il consumo di derivati del latte è stato aumentato, difatti ad essi è ascrivibile buona parte dell’incremento documentato nell’assunzione di grassi saturi.

Quindi questo studio, seppur nella sua limitatezza temporale e di numero dei partecipanti, fornisce una evidenza riguardo all’alterazione del microbiota intestinale indotto dall’utilizzo di una dieta chetogenica. I pazienti che vi hanno preso parte non hanno lamentato alcun disturbo clinicamente rilevante, collegabile appunto all’aumento di Desulfovibrio spp., tuttavia non si può escludere il fatto che una durata più lunga avrebbe potuto provocare sintomi importanti.

 

Bibliografia :

  • Tagliabue, A., Ferraris, C., Uggeri, F., Trentani, C., Bertoli, S., de Giorgis, V., … & Elli, M. (2017). Short-term impact of a classical ketogenic diet on gut microbiota in GLUT1 Deficiency Syndrome: A 3-month prospective observational study. Clinical Nutrition ESPEN, 17, 33-37.

 

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